mercoledì 27 marzo 2013

Tredici

Tredici
di: Jay Asher casa editrice: Mondadori  collana: Oscar bestsellers pag: 246 titolo originale: 13 Reasons Why



Clay Jensen ha appena ricevuto uno strano pacco. All'interno di esso sette cassette numerate attendono di essere ascoltate. La voce che Clay sente non appena inserita la prima cassetta nel mangianastri è quella di Hannah Baker, la ragazza della sua scuola morta suicida. Perché Hannah gli ha mandato quei nastri, e cosa c'entra con le tredici storie che questi hanno da raccontare? Clay ascolta la storia di Hannah che non è solo la sua, ma anche quella di tutti quelli che l'hanno conosciuta. Compreso Clay.

Tredici parte come un thriller, dando al lettore poche tracce inquietanti a cui afferrarsi per poi diventare un romanzo dai risvolti sociologici giovanili. La storia di Hannah infatti, la cui voce si alterna nel racconto a quella di Clay, è una storia di silenzi e di sussurri, di grida mute e fragili verità. "Tredici motivi perché" è il titolo originale, quasi a dire che le tredici persone coinvolte nella narrazione , non siano solo protagonisti, ma anche ragioni di quello che ha spinto Hannah a togliersi la vita. Ciascun attore in questo macabro teatro è infatti destinatario delle cassette, ognuno di loro sarà vincolato all'altro dai segreti e dalle azioni che li ha visti coinvolti. Hannah cerca quindi una vendetta? Vuole legare indissolubilmente ogni artefice della sua lenta caduta all'altro? Clay ascolta i nastri e man mano nella storia ricostruisce il puzzle della vita di Hannah e, allo stesso tempo, vede delinearsi vivida una ragnatela di incomprensioni e omissioni che, alla fine, intrappola e soffoca la ali fragili della verità. Sono quindi tutti colpevoli tranne Hannah? Hannah è la vittima e i 13 sono i suoi carnefici? Le cose non sono mai così semplici e Clay lo capirà ben presto. Se Hannah è infatti una vittima, allo stesso tempo diventa essa stessa un muto colpevole in una giostra che non rallenta la sua corsa, e si schianta contro l'inevitabile finale. Ma quello che Clay alla fine capirà sarà forse la chiave di volta del cambiamento, la scintilla necessaria a non lasciare Hannah morire ancora. Tredici è un romanzo la cui lettura è stata per me controversa, se da una parte infatti ero incuriosita dall'idea iniziale e dal desiderio di svelare il mistero, allo stesso tempo mi ha lasciata interdetta su molti punti essenziali della storia. Hannah infatti sembra inizialmente una vittima assoluta, un capro espiatorio di un meccanismo perverso e, in questo senso, come lettrice avrei dovuto provare un forte coinvolgimento nei suoi confronti, o almeno un forte biasimo, se non proprio rancore per i famosi 13. In realtà la scrittura di Jay Asher non riesce realmente a trasportare emotivamente e per tutto il libro ci si trascina un po' dubbiosi verso lo svelamento finale, colpiti dalla crudezza di alcune scene (soprattutto nella parte finale del romanzo), ma mai veramente partecipi al dolore che viene descritto. Dove infatti l'autore ci dice che Hannah, o Clay, stanno provando rabbia o orrore o una forte emozione, queste descrizioni rimangono solo parole, senza mai coinvolgere realmente chi legge. L'autore in definitiva non riesce a immergere il lettore nell'emozione, non lo trasporta, non lo fa arrabbiare o piangere come i protagonisti. Le descrizioni intristiscono, ma non  fanno mai vibrare assieme agli interpreti. Tredici è uno di quei romanzi che prende bene la mira, ma , a mio parere, non centra il bersaglio. Avrei voluto piangere assieme a Clay, ma il mio è rimasto un freddo rimpianto per la triste Hannah.  Allo stesso tempo credo che il romanzo sia rivolto a colpire soprattutto gli animi degli adolescenti, ancora immersi nel mondo scolastico e, quindi, più propensi a "sentire" quello che sente Hannah, sebbene rimango dell'idea che un bravo scrittore sia in grado di far rivivere a chi legge qualunque età con i relativi tormenti. Consigliato a chi cerca un thriller del tipo after-life non troppo elaborato, e a lettori giovani. 
Voto: 6-

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