lunedì 11 marzo 2013

Il lato positivo. Silver linings playbook

Il lato positivo
Silver linings playbook
di: Matthew Quick casa editrice: Salani pag: 290 titolo originale: The silver lining playbook note: precedentemente edito da Salani con il titolo "L'Orlo argenteo delle nuvole"



Pat Peoples è appena tornato a casa dai suoi genitori dopo essere stato ricoverato per diverso tempo in un istituto per malattie psichiatriche. Finalmente libero dal "postaccio", ora Pat può finalmente dedicarsi al suo personale percorso di automiglioramento affinché il "periodo di lontananza" da sua moglie Nikki possa finire. Così Pat si dedica anima e corpo allo sport (perché a Nikki piacciono gli uomini tonici), alla lettura di romanzi impegnati (perché così potrà dimostrare agli amici di Nikki di non essere stupido) e ad essere gentile e non ad avere ragione (così che Nikki si accorga di quanto grande sia il suo cambiamento). Cosa è successo con Nikki e perché la musica di Kenny G. scatena una rabbia furibonda? E perché Tiffany continua a seguirlo quando corre?


Sebbene la maggior parte degli "strilli" sui libri non corrispondano mai al vero, quello riportato in copertina su Il lato positivo ("Tra Nick Hornby e Forrest Gump-Una commedia dolceamara che parla d'amore e di follia") è vero a metà. Perché se sicuramente Pat ha ben poco dello spessore di Forrest Gump, anche se ne potrebbe alla lontana condividere la visione ingenua delle cose, la prosa di Matthew Quick può sicuramente essere paragonata a quella di Nick Hornby. Il lato positivo ha infatti uno stile lineare, semplice, molto leggibile, con un punto di vista squisitamente maschile, e con qualche accenno di ironia qui e lì.  Se poi si aggiungono a tutto ciò i continui riferimenti allo sport, il football dei mitici Eagles (E-A-G-L-E-S!!!), il cerchio si chiude. Pat non ricorda le cose come dovrebbe e più di una volta, sebbene le occasioni di comprendere la situazione siano molte, inconsciamente cerca di allontanare da se l'inevitabile verità. Il quadro familiare che poi si trova a vivere una volta tornato a casa dai genitori, con un padre freddo e scostante, e una madre iperprotettiva, sembra non migliorare le cose. Ammetto che probabilmente la maggior parte delle persone che si trovassero ad avere un padre come quello di Pat, finirebbe per alienarsi anche senza il bisogno di un rapporto affettivo complicato, ma l'autore punta il tutto per tutto sulla necessità di costruire una dimensione  emotiva stabile con un  racconto mediato dall'amore per gli Eagles (E-A-G-L-E-S!!!), in cui il rapporto fan-sport diventa anche il mezzo per la riconquista degli affetti. A questo si aggiunge anche la nascita di un'amicizia particolare con Tiffany, anche lei depressa, che diventa un po' lo scossone violento e necessario di cui Pat necessita per uscire dal suo mondo surreale. La passione sportiva quindi (E-A-G-L-E-S!!!) si lega allo strano rapporto con una bella donna un po' matta: cosa può chiedere un uomo di più? Se vi accingete a leggere questo libro,  sento però  l'obbligo di avvertirvi che, nel suo personalissimo tentativo di acculturarsi, Pat finirà per spoilerarvi completamente i seguenti romanzi: "Addio alle armi" di Hemingway, "La lettera scarlatta" di Hawthorne, "La campana di vetro" di Sylvia Plath e "Huckleberry Finn" di Marck Twain. Se quindi avete intenzioni di leggerli meditate bene sull'ordine di lettura rispetto a questo romanzo. Il lato positivo è una lettura perfetta per passare del tempo, non richiede troppo impegno e agli appassionati tifosi sicuramente strapperà un sorriso qui e lì. Si aggiunge poi una nota romantica sufficiente a intenerire, ma mai smielosa o troppo ingombrante, giusta quel tanto da stuzzicare il neurone amoroso maschile, ma mai in grado di soppiantare gli amori quelli veri (E-A-G-L-E-S!!!). Consigliato a chi ama la prosa semplice e realistica, ma con un punto di vista sballato quanto basta ad incuriosire, agli amanti dello sport e chi cerca un romanzo leggero. Voto: 7.


Dal lato positivo è stato tratto un film candidato a 8 premi Oscar, con Bradley Cooper (Una notte da leoni), Jennifer Lawrence (Hunger Games) e Robert DeNiro (che non necessita  presentazioni). Jennifer Lawrence si è accaparrata, per il ruolo di Tiffany, l'Oscar come miglior attrice protagonista. Il film è nelle sale in questi giorni. Qui il trailer.

A questo indirizzo potrete leggere le prime venti pagine del libro.

4 commenti:

  1. Ho visto solo il film, attratta stavolta più dalla pellicola che dal romanzo (e di solito non mi accade mai in questo ordine). Il film mi è piaciuto molto, la Lawrence è veramente formidabile. L'avevo già vista in Hunger Games ma in questo ruolo del tutto diverso ha mostrato ancor di più la sua bravura.
    L'unica lamentela che ho nei confronti del film è che è stato presentato come un film sul bipolarismo. Ok. Tutta la prima parte in effetti si dedica alla preponderanza di questo aspetto nel protagonista. Ma poi sembra scomparire del tutto, come se con l'inizio dell'amore niente possa più essere d'ostacolo. Non so, mi è sembrato si banalizzasse un po' il tutto per trasformarlo in una commedia d'amore americana... Ciò non toglie che la pellicola sia davvero piacevole. :)

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  2. Io non ho visto il film, ma dal trailer mi sembra che venga dato uno spazio molto importante al ruolo del padre, che nel romanzo invece è una figura di sfondo, passiva, mentre il protagonista sembra molto estroverso nelle sue manie (sempre nel trailer), quando invece queste sono tutte interiori, ad eccezioni degli improvvisi scatti di rabbia violenta. Ma comunque basandomi appunto solo sul trailer la mia opinione resta valida solo per il libro.

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    1. Sì, il trailer riassume perfettamente l'intero film. Il padre occupa un ruolo preponderante - non potevano lasciare mica De Niro in un angolino? - e sì, le manie del protagonista sono "eclatanti".
      Ok, ora è ufficiale che voglio leggere il libro :)

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    2. Dopo aver letto il libro, sono andata a vedere il trailer ed ero convinta che a DeNiro avvessero la dato la parte dello psichiatra (che nel libro è più attivo rispetto al padre), anche se era indiano.
      Ogni tanto riesco anche a ricordarmi della funzione rispondi di blogger! heheh XD

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