mercoledì 30 gennaio 2013

Il Seggio Vacante

Il Seggio Vacante
di: J.K.Rowling casa editrice: Salani pag: 553   titolo originale: The Casual Vacancy



Barry FairBrother, consigliere comunale di Pagford, muore improvvisamente di aneurisma lasciando vuoto un "seggio" nel comune. Attorno all'elezione del nuovo consigliere che dovrà sostituirlo, ai retroscena politici dell'amministrazione di Pagford, e a tutti i cittadini coinvolti in essi si svolge la commedia umana del "Seggio Vacante".

Il Seggio Vacante è un libro molto diverso da quello che mi aspettavo. Prima dell'uscita del Seggio Vacante era chiaro per tutti che questo libro non intendeva essere in nessun modo un libro per ragazzi, che Harry Potter era storia vecchia e che il pubblico a cui si rivolgeva era completamente diverso. Nulla da eccepire. Se avete letto Harry Potter e lo avete amato (come ho fatto io) sappiate che questo libro non c'entra assolutamente niente, per tematiche, stile, pubblico eventuale, introspezione dei personaggi, narrazione, contenuti.  Se non fosse scritto sulla copertina in chiare lettere, nessuno potrebbe dire mai che questo sia un libro di J.K.Rowling. Goodbye Harry Potter e stammi bene.

Il Seggio Vacante è un romanzo pieno di personaggi e si apre proprio con la presentazione degli stessi, tutti diversi fra loro, ma caratterizzati da un forte denominatore comune: lo squallore. Ma conosciamoli meglio.

L'avvocato arrivista con moglie frustrata-ninfomane, il padre psicotico vessatore della famiglia con moglie vittima della sindrome di Stoccolma e figlio adolescente  che soffre, il preside della scuola con DOC (disturbi ossessivi compulsivi) con moglie pusillanime e figlio teppista, il sindaco-salumiere-cospiratore con moglie perfettina e socia di lavoro terzo incomodo,  la consigliera comunale indiana medico represso con marito chirurgo bellissimo e figlia autolesionista,  la drogata madre di un bimbo con ritardo di crescita e figlia adolescente aggressiva e dislessica, l'assistente sociale zerbina con fidanzato molliccio e figlia rancorosa. 

Ma che bel sano quadretto di provincia, che guazzabuglio succulento di archetipi umani da sviscerare e spremere fino all'ultima goccia di liquido orrore. La commedia umana ha partorito i più grandi romanzi della storia della letteratura, è possibile leggere di assassini e sfruttatori e poi chiudere un romanzo pensando: capolavoro. Niente di nuovo dunque, J.K. Rowling prende la società e la mette a nudo, entra nel cervello dei suoi personaggi e ci descrive per filo e per segno le loro pulsioni, le loro incertezze e le loro mancanze e, soprattutto, le loro profonde sofferenze. Un lavoro che un grande scrittore trasforma in arte letteraria.  Quando quindi si soffre, e non poco, nei primi capitoli, per la presentazione di tutti i personaggi che sembra non finire mai, forti della propria esperienza letteraria si continua speranzosi e sicuri che il tutto ci porterà attraverso un viaggio che ha una meta ben precisa, un fine più alto, un messaggio che ci aspetta come premio finale. Quando lo squallore interiore dei personaggi sembra aver toccato il fondo e si pensa che scene più disgustose sia impossibile descriverle, J.K. comincia a scavare, ci sorprende con qualcosa di ancora più basso e rivoltante. Gli esseri umani sono un concetrato di sentimenti sudici e di ipocrisia, di sofferenza e negazione della salvezza. Il vostro cervello di lettore vuole una speranza, ne ha bisogno, la cerca fino all'ultima pagina. Perché il mondo non è così brutto, le persone buone esistono, non è possibile che tutto quello che si osserva di questa umanità sia solo  dolore e frustrazione sesso-centrica vero? Sbagliato! Il mondo fa schifo schifo schifo ci rivela J.K. ! NO! Impossibile! Da quando? Da quando il mondo è così? Dall'ultimo telegiornale forse? J.K. grazie di avermi aperto gli occhi con 553 pagine di lista della spesa dell'horror-supermarket, grazie dal profondo per aver negato l'esistenza di un qualunque tipo di redenzione personale o sociale, grazie. Ora il telegiornale non mi serve più. Posso guardare il mondo direttamente negli occhi dell'abisso.

J.K.Rowling ci tiene incollati (ok si fa per dire)  alle pagine di un libro disfattista, scialbo, piatto, infarcito di parolacce all'inverosimile,  la cui capacità letteraria è quella di uno di quei libri blockbuster dove il nome dell'autore è più grande del titolo, (tanto si sa che la trama all'interno è sempre la solida broda). La capacità di coinvolgere e emozionare di Harry Potter sono sparite. Non troverete dell'ironia nemmeno a pagarla. La commedia umana del seggio vacante si ripiega su se stessa, si mostra sguaiata e crudele e non aggiunge altro. Questo siete voi, sembra dirci J.K, volevo tanto farvelo sapere. Il tentativo nelle ultimissime pagine di strappare una lacrima, sembra quasi la beffa finale. Tanta era la speranza in Harry Potter, la lotta per il male (anche quando questo sembra imbattibile) tanto il Seggio Vacante ci comunica a chiare lettere che è tutta una presa in giro, che il male vince punto e basta, che le belle favole restano favole. Niente significati profondi, niente messaggi, solo un dipinto noir estremista. Se Harry Potter leggesse questo libro si metterebbe a piangere. Consigliato solo a chi ama la narrativa da "elenco del telefono" dove si osserva solo una lista di eventi, senza trarne la minima emozione (se non la noia e una sensazione di disturbo) e ai fan sfegatati di J.K.Rowling. Voto: 5.

4 commenti:

  1. salve, recensitrice! Devo ammettere di non essere mai stata una fan del maghetto, ma la tua recensione pare proprio "sentita" ed elaborata su un'attenta analisi: una cosa accurata, insomma! (E disillusa, direi)
    Volevo solo chiederti un chiarimento riguardo al voto: è un 5 perché troppo "horrorifico" come trama -con tutto quello squallore (!) - oppure è proprio un cambiamento di stile (in PEGGIO) della Rowling?

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    1. Direi che il 5 è sia per la trama che per lo stile, ma soprattutto perhcè questo libro non ti lascia nulla. Ovviamente questo è il mio parere. Su anobii potrai leggere lodi sperticate, io francamente sto ancora cercando di riprendermi :))

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    2. grazie per la sincerità, da quanto ho capito sei una fan del maghetto (ora mica tanto -etto); mi hai tolto un bel dubbio perché volevo regalarmi ad una mia amica, ma così punterò su qualcosa di meno pubblicizzato, ma almeno decente ;D

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    3. Sono felice se la mia opinione ti è stata di aiuto :))

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