sabato 12 novembre 2011

Crimson Red
Prologo- parte I



America del Nord- Una notte d'estate di 20 anni fa in una non meglio precisata foresta


Il più grande desiderio di John Ferguson era quello di diventare un famoso e stimato antropologo. Fin dall'età di cinque anni si era interessato allo studio della storia dell'uomo e alla sua evoluzione in tutti i campi dalla psicologia all'economia. Aveva studiato duro tutta la vita, frequentato le migliori scuole ottenendo sempre il massimo dei voti, stringendo i denti e ingoiando amari bocconi quando studenti meno meritevoli di lui lo avevano scavalcato perchè figli di qualche "pezzo grosso".
Era  giunto ad Harvard con  una borsa di studio per la quale concorrono centinaia di studenti ogni anno. Ma alla fine avevano scelto lui.
In una notte d'estate, in una imprecisata foresta del Nord America John guardava il cielo stellato, chiedendosi come era potuto accadere.
Cosa era andato storto alla fine? Aveva ottenuto il massimo dei voti ad ogni esame. Aveva partecipato all'Antropology Gazette dell'Università in qualità di redattore il primo anno   ed infine come  direttore negli ultimi due. Era amato dai suoi compagni, stimato dai suoi professori e ora a pochi passi dalla laurea si trovava... già dove si trovava?
L'ormai consueto strascicare di passi nel sottobosco alle sue spalle lo riscosse dai suoi pensieri.
<<Ragazzo hai fatto quello che ti ho chiesto?>> disse l'anziana figura alle sue spalle.
Con una smorfia il ragazzo si alzò e si diresse verso la tenda indiana poco distante, dalla sommità della quale un denso filo di fumo argentato saliva al cielo.
<<E' tutto pronto...maestro>> proferì l'ultima parola come qualcosa dal sapore disgustoso.
Il vecchio vestito di un lungo mantello bianco lo seguì all'interno della tenda, scandendo ogni passo con uno strano bastone ricoperto di incisioni. La versione affusolata di un piccolo totem. Lo sguardo rivolto al giovane Ferguson e allo stesso tempo concentrato su quanto stava per accadere.
Il rito della Conoscenza.
"Sei fortunato ragazzo" gli aveva detto il vecchio mesi prima, il giorno in cui si erano conosciuti.
"Sono pochi quelli che vedranno quello che vedrai tu. Pochi quelli che avranno la Conoscenza".
Da quel giorno erano successe molte cose, e niente di queste gli avevano fatto "Conoscere" un bel niente, pensava il ragazzo, col volto tirato mentre il vecchio entrava dopo di lui nella tenda.
Come era andata dunque? Cosa aveva portato John dalle glorie di Harvard ad una sperduta foresta americana in compagnia di un vecchio bislacco?
Era andata che il Professor Malore, il suo tutor e suo corelatore per la tesi finale lo aveva scelto per un'incredibile esperienza antropologica.
"Ferguson, sei uno studente modello, ma ancor di più  un ragazzo fortunato", già fortunato. Era sicuramente fortuna passare dei mesi in un bosco pieno di creature minacciose, a raccogliere erbe inutili, compiere riti assurdi e svolgere simpatiche mansioni come lavare a mano le mutande del vecchio pazzo in un torrente dalle acque gelide.
"Svolgerai la tua tesi su quanto imparerai della cultura dei Leferaux, una comunità semisconosciuta d'Indiani d'America"
"Vivrai sulla tua pelle la vera antropologia" aveva aggiunto Malore. L'unica cosa che il ragazzo aveva sulla pelle era una infinita serie di punture di insetto, insieme ad una variegata serie di cicatrici dovute al sottobosco simil-jungla nel quale si trovava.
In tutti quei mesi non aveva imparato nulla che un  antropologo sano di mente  avrebbe mai scritto . Di certo non in una tesi.
L'unico pensiero a sostenerlo quella sera era che stava per finire.
Tre giorni e sarebbe tornato alla civiltà. All'acqua corrente, ai fast-food e alle lavatrici. Ah le lavatrici. Il bucato che sa di pulito, la sensazione di fresco sulla pelle. Si era mai accorto di quanto le lavatrici fossero una cosa meravigliosa? Il cielo e le stelle erano un prodigio della natura. Ma le lavatrici...
<<Ragazzo a che diavolo stai pensando eh? Qualche bella ragazza eh? Quell'aria lasciva non mente>> e gli strizzò l'occhietto.
John sussultò e senza aggiungere niente si sedette dove il vecchio gli indicava, alla sua destra davanti ad un nero calderone. In quest'ultimo una scura sostanza  ribolliva spandendo  un piacevole odore aromatico.
<<Hai aspettato tanto, ma ne è valsa la pena. Ora sei pronto per la Conoscenza>> disse CodaCheSfugge.
Già certo, come no. L'ennesima stupida farsa da vecchia chiromante. Ancora tre giorni. Solo tre. Poteva farcela, disse a se stesso.
Senza aspettare risposta CodaCheSfugge impose le mani sul calderone, chiuse gli occhi e cominciò a sussurrare una lenta litania.
John trattenne uno sbadiglio pronto a guardare ancora una volta un inutile rito di CodaCheSfugge.
Poi accadde.
Un lampo azzurrino si accese repentino sulla superficie del calderone e colpì l'indiano sul volto, stabilendo un flusso dal liquido ribollente ai suoi occhi.
CodaCheSfugge inarcò la schiena come pervaso da corrente elettrica e strinse le mani sui bordi del calderone insensibile al calore ustionante che questo emetteva.
John scattò in piedi nel tentativo di allontanare il vecchio, ma una forza improvvisa lo stese di nuovo a terra. Sentì i polmoni svuotarsi e boccheggiò cercando aria.
Guardava impotente l'evento incredibile.
Poi , come era iniziato, tutto ebbe termine.
La luce azzurrina scomparve e il vecchio staccò le mani dal calderone tornando normale. Solo gli occhi erano accesi di un misterioso baluginio opalino.
<<E' pronto!>> disse.
Pronto? Per poco non ci rimaneva secco e tutto quello che l'indiano sapeva dire era "è pronto?"
<<Avrai la Conoscenza ragazzo, come ti avevo promesso>>
<<Prendi quella tazza e seriviti pure!>>
<<Che..che diavolo...>>
<<John>> disse CodaCheSfugge <<avrai la conoscenza solo se ne sarai degno>>
<<E ne sarai degno solo quando questo calderone sarà vuoto>>
<<Cosa?? Berlo? Quella poltiglia disgustosa, quella.. quella>> il baluginio negli occhi di CodaCheSfugge si fece minaccioso.
<<E' fra noi>>
 "Cosa?" stava per dire John, ma un cenno del vecchio lo azzittì.
<<Il mondo è fatto di molte cose ragazzo>> sospirò CodaCheSfugge <<ma soprattutto è fatto di bene e di male>>
<<Il male è potente, e potenti sono i suoi oppositori>>
<<Questa notte uno di essi è fra noi, leggeremo il suo cammino tracciato per noi dagli Spiriti, dunque comincia a bere!>>
John prese la coppa che gli veniva porta e bevve. Sussultò incredulo e guardò il vecchio.
<<Arabica della migliore marca>> disse quello<<Non puoi leggere i fondi di caffè con una marca scadente>>
In effetti era davvero ottimo, ma non poteva certo volere che lui la finisse tutta..
<<Ragazzo, vuoi leggere alla tua amica se troverà l'amore? Allora una tazzina di caffè sarà sufficiente>>
<<Ma se vuoi leggere una vita intera>> ed indicò il calderone ammiccando.
John guardò il vecchio e poi il calderone. Poi di nuovo il vecchio.
Ancora tre giorni.
Sarebbero passati in fretta. Senza chiedere altro affondò di nuovo la coppa nel liquido e bevve.
Sarebbe stata una lunga notte, pensò.
Ma qualcosa gli disse che non avrebbe fatto fatica a restare sveglio.

[Continua...]

Crimson Red-Prefazione

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